Se in passato eravamo abituati alla fuga davanti all’altare nonostante il fascino dirompente di Richard Gere, questa volta l’attrice rimane ferma, salda e pienamente e a suo agio sul tappeto rosso dell’ultima edizione, appena conclusa, della Mostra Internazionale Cinematografia di Venezia.
Il suo arrivo al Lido ha segnato un momento storico, nonostante la sua incredibile carriera, per la prima volta la Roberts ha partecipato al Festival veneziano.
L’occasione è la presentazione fuori concorso di ‘After The Hunt‘, il nuovo film del regista italiano Luca Guadagnino, al suo fianco, nel cast, anche: Ayo Edebiri e Andrew Garfield a Michael Stuhlbarg e Chloë Sevigny.
Di cosa parla After The Hunt?
Sarà disponibile nelle sale il 16 ottobre, e narra di Alma Olsson (Julia Roberts) docente di filosofia all’Università di Yale, la cui vita viene sconvolta quando un collega e vecchio amico, Hank (Andrew Garfield) viene accusato di molestie sessuali da Maggie (Ayo Edebiri), una delle sue studentesse più brillanti.
Julia Roberts nel ruolo di insegnante, e nelle mani di Luca Guadagnino, è stata chiamata ad affrontare resistenze dolorose, delusioni, e intricatissimi colpi di scena.
Julia Roberts dagli albori fino ad oggi
Nasce il 27 ottobre del 1967 ad Atlanta in Georgia. Suo padre un rappresentante di aspirapolveri e sua madre una segretaria.
Cresce in una famiglia amante del teatro e del mondo della recitazione. Al diploma decide di raggiungere suo fratello Eric a New York, che iniziava a muovere i primi passi nel cinema.
Incoraggiata dal fratello tenta l’audizione per la pellicola Firehouse (1987) di J. Christian Ingvordesen, ottenendo un piccolo ruolo di comparsa, mentre otterrà il ruolo da protagonista in Legami di Sangue, uscito nella sale nel 1989. Recita anche insieme all’attore italiano Gianfranco Giannini.
Nel 1989 Julia è nel cast in Satisfaction (1989), grazie al quale ottiene anche un ruolo in Fiori d’Acciaio (1989) dove interpreta un personaggio intenso e profondo; qui sfiora l’Oscar.
Ma le luci della ribalta arrivano negli anni ’90, quando il regista Gary Marshall la sceglie per il ruolo che la consacra al grande pubblico, Pretty Woman, interpretando la parte di una prostituta di cui il miliardario americano, interpretato dal già celebre Richard Gere si innamorerà. Successivamente diventa protagonista di opere come I protagonisti (1992) di Robert Altman, e Il rapporto Pelican (1993) di Alan J.
Il 1997 segna il punto decisivo grazie alla commedia romantica Il matrimonio del mio migliore amico; la star hollywoodiana interpreta una donna che si ritrova a competere per l’amore del suo migliore amico, accanto a Cameron Diaz e Rupert Everett.
Il suo successo prosegue con Ipotesi di complotto (1997), Nemicheamiche (1998), una commedia con Susan Sarandon.
La chimica tra le due attrici risulta irresistibile e il film diventa un grande successo. Indimenticabile il ritorno con Richard Gere in Se scappi, ti sposo (1999), sempre diretto da Gary Marshall, che consolida ulteriormente il suo status di regina delle commedie romantiche.
Dopo una pausa dai riflettori Julia Roberts torna più sferzante che mai con la regina cattiva in Biancaneve di Tarsem Singh (2012), e in I segreti di Osage County (2013), che le fa guadagnare le nominations come miglior attrice non protagonista ai BAFTA, ai Golden Globes e agli Academy Awards.
Negli anni più recenti, Julia continua a collaborare con registi di talento come Jodie Foster e Billy Ray, recitando in film come Money Monster (2016) e riunendosi con Gary Marshall per Mother’s Day (2016).
Nel 2022, è co-protagonista con George Clooney in Ticket to Paradise, dimostrando ancora una volta di essere una presenza versatilissima nel panorama cinematografico contemporaneo.
Ed arriviamo ad oggi, a quel red carpet sfilato con tenacia, inconfondibile talento, e paradossalmente valso a lei come debutto; e se vogliamo dirla tutta, il sorriso unico ed inimitabile di Julia Roberts, ci stava proprio bene sul tappeto rosso al lido di Venezia. Cosa si era persa la Laguna fino a quel momento?
