Giacomo Rizzo è stato ospite della terza giornata della terza giornata del Social World Film Festival. Durante il dibattito serale in Arena Fellini, l’attore napoletano ha parlato del suo ruolo ne “L’amico di famiglia” di Paolo Sorrentino, in concorso al Festival del cinema di Cannes nel 2006 e ha voluto lanciare un messaggio al regista, ad ottobre in uscita con il nuovo film Parthenope.
«Io e Sorrentino abbiamo avuto un bellissimo rapporto, ma dal giorno dopo la proiezione di Cannes, non mi ha più chiamato né salutato, ma lui è così. A volte i grandi artisti sono così, spero di non diventare mai un grande artista».
Rizzo è stato mattatore di serata, schierandosi contro le produzioni che parlano di camorra: «Dovremo pensare ad esaltare i nostri artisti, i nostri pittori, i nostri poeti, non certo la camorra».
L’attore ha chiosato parlando ancora de “L’amico di famiglia”: «È stato il ruolo che mi ha dato più soddisfazione, non perché ero il protagonista, ma perché la storia era incentrata su di me. Non posso paragonare quel personaggio a nessun altro che ho interpretato. Lì avevo una storia, un vissuto. Per fare questo ruolo provai 100 costumi, io non dissi nulla ovviamente, ma alla fine scelse una camicia da donna e il cappotto che ha fatto cucire. Paolo apprezzava tanto il mio modo di camminare, frettoloso, un modo per non farsi vedere dalla gente, di sfuggire».