Fu maledizione o profezia quella lanciata nel 1912 da Jacques de Molay mentre le fiamme lo divoravano al rogo?
Certo è che con la rinuncia al ministero di Benedetto XVI nel 2013 (e quella possibile di Papa Francesco) come vescovo di Roma e successore di san Pietro, ritorna a far parlare di se Jacques de Molay, l’ultimo Gran Maestro dei Templari.
Ma chi era costui, solo un cavaliere dell’Ordine dei Templari o anche un numerologo e alchimista?
Certo è che de Molay manifestò la sua insoddisfazione sull’andamento dell’Ordine nel corso di un conclave, divenendone capo nel 1294. Nel successivo processo al quale fu sottoposto nel 1307 venne arrestato, processato, e condannato al rogo eseguito a Parigi sull’isola dei Giudei nei pressi di Notre Dameil 18 marzo 1314.
La leggenda narra che, mentre il fuoco ardeva sotto i suoi piedi, Jacques de Molay ebbe il tempo di maledire la stirpe di Filippo IV e inveire contro Papa Clemente V, lanciando quattro profezie.
La prima, rivolgendosi a Papa Clemente disse: “Tu morirai entro 40 giorni”. Solo un mese dopo il Papa morì. La seconda, rivolgendosi al re Filippo il Bello disse: “Tu morirai entro la fine del 1314”. E nell’inverno di quello stesso anno anche al re di Francia toccò la stessa sorte.
Ciò non fece altro che rafforzare l’idea comune che egli fosse caduto vittima di un’ingiustizia e che le maledizioni da lui scagliate si fossero avverate. La terza, rivolgendosi alla monarchia francese disse: “La casa reale cadrà definitivamente entro la 13esima generazione da Filippo IV”.
Anche questa profezia diventò realtà con l’esecuzione di Luigi XVI durante la Rivoluzione francese che pose fine in qualche modo alla monarchia assoluta in Francia, coronando la vendetta dei templari.
Pare che alcuni storici dell’epoca riportassero la notizia secondo cui il boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la ghigliottina sulla testa del sovrano, gli avrebbe mormorato: “Io sono un Templare e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay”.
Rivolgendosi poi alla Chiesa Romana, e siamo alla quarta profezia, disse: “Il Papato terminerà entro 700 anni dalla mia morte”.
Se furono attribuiti ad un caso fortuito la prima profezia che si avverò dopo circa un mese e la seconda entro l’anno con la morte del Papa forse per un tumore all’intestino, gli storici si ricordarono della terza profezia, come annunciato da de Molay in punto di morte, con la morte dell’ultimo re di Francia, il 13esimo discendente di Filippo il Bello.
Resta la quarta profezia, la fine del settecentesimo anno del Papato. L’abdicazione di Papa Benedetto potrebbe essere vista come la fine del sistema papale clericale, da secoli potere politico ed economico, prima che religioso.
Bergoglio sarebbe l’ultimo capo eletto dal clero e l’artefice di una svolta storica nel mondo cattolico e quindi nella società stessa in buona parte del mondo. La profezia sarebbe stata sottolineata dalla presenza in vita di un Papa reggente (Bergoglio) e un Papa emerito (Benedetto), chiara metafora di convivenza tra “passato e futuro”, di un Chiesa giunta ad una svolta radicale contro le proprie consuetudini conservatrici.