È strano scriverlo, ancor di più accettarlo, è morta Diane Keaton.
Una donna, un’attrice divenuta leggenda ancor prima della sua scomparsa. Lei era Diane Hall, nata il 5 gennaio 1946 a Los Angeles.
Quattro fratelli, mamma casalinga e papà ingegnere. Da giovane, Diane, studiò arte drammatica al Neighborhood Playhouse di New York e, nel 1968, ebbe una parte nella produzione di Broadway di Hair, in cui rifiutò le scene di nudo.
Il debutto cinematografico avvenne nel 1970 con Amanti ed altri estranei di Cy Howard, tratto dall’omonima commedia di Renée Taylor (la zia Assunta della sitcom La tata).
Grazie a quell’occasione la notò Francis Ford Coppola, che nel 1972 le assegnò uno dei suoi ruoli più famosi, quello di Kay Corleone nella saga de Il Padrino in cui interpretava Kay Adams, la moglie di Michael Corleone; da quel momento il suo volto divenne riconoscibile a livello internazionale.
Ma il ruolo che la fece emergere in modo assoluto e definitivamente fu in: Io e Annie, nel 1977, diretto e con Woody Allen; uno di quei film memorabili, e da sempre attuali nonostante lo scorrere del tempo.
Un’opera dal successo incredibile e che la identificò come una star, e soprattutto un’ icona di stile, influenzando ardentemente la moda del momento; come si potranno mai dimenticare i suoi strepitosi gilet, le cravatte e le giacche oversize?
La Keaton, con Io e Annie vinse l’Oscar come migliore attrice, mentre Allen vinceva quello di miglior regia. Non solo cinema, ma l’attrice instaurò con il regista anche un rapporto sentimentale durato all’incirca tre anni. I due vivevano in case separate, ma visibili tra loro, si davano la buonanotte con segnali di luce da una finestra all’altra. Dopo la fine della storia decisero comunque di rimanere amici.
Nel 1981 Diane Keaton recitò anche in Reds, al fianco di Warren Beatty, ruolo per il quale ottenne una nomination all’Oscar, nella parte della giornalista Louise Bryant.
Uno dei suoi ultimi ruoli è stato quello di Suor Mary, la suora residente in Vaticano in The Young Pope, con Jude Law, la prima serie diretta dal regista Premio Oscar Paolo Sorrentino.
La travolgente storia d’amore con Al pacino
E’ stata una storia complessa, passionale e tormentata, la loro.
Al Pacino e Diane Keaton si erano conosciuti nel 1971, sul set del Padrino.
Lui era Michael Corleone, lei Kay Adams, la donna che cerca di salvare il marito dal suo destino criminale. Tra le due star, fu un legame affettivo privo di lieto fino e che non convolò mai a nozze.
Ad oggi, dopo la scomparsa della Keaton, l’attore confessa il suo più grande rimpianto, ovvero non averla mai sposata quando ne aveva la possibilità, come riferisce il Daily Mail: “Guardandosi indietro, Al ammette che l’amore della sua vita è sempre stata Diane”, ha raccontato un amico di Al Pacino al quotidiano britannico. «La definiva sempre una donna straordinaria. E so che si pentirà per sempre di non aver fatto quel passo quando poteva».
Si sono amati per oltre 15 anni, fino al 1987, esattamente nel momento in cui lei aveva deciso di volersi sposare. Ma Al Pacino, scelse di andarsene.
Durante tutta la sua vita Diane Keaton non si sposò mai, solo più tardi, già cinquantenne, adottò due bambini: Dexter e Duke.
La musa di Woody Allen
I due attori, amanti e colleghi, si sono sempre stimati, incoraggiandosi l’uno con l’altro. Un rapporto fortissimo, autentico, tale da aver spinto Allen a spezzare il silenzio dopo due giorni dalla morte dell’amica, scegliendo di dedicarle parole tenere e commoventi: «Diversamente da chiunque abbia mai conosciuto o che difficilmente rivedrò mai più, il suo viso e la sua risata illuminavano ogni spazio in cui entrava», ha scritto il cineasta. E poi ha concluso l’omaggio con il seguente pensiero: “Lei era timida, io ero timido, e con due persone timide le cose possono diventare piuttosto noiose. Era così affascinante, così bella e così magica che ho messo in dubbio la mia sanità mentale. Ho pensato, potrei innamorarmi così in fretta?».
Come biasimarlo, in fondo, di Diane Keaton, ce ne siamo innamorati un po’ tutti, incondizionatamente.
