Attivo da 132 anni, è tra i fari più antichi del Mediterraneo, uno dei più belli d’Italia. Con un affaccio privilegiato sul mare del golfo di Napoli a 164 metri d’altezza: da qui i suoi fasci di luce arrivano a 22 miglia di distanza, orientando la navigazione delle imbarcazioni.
Ha preso il via lo scorso 8 luglio, con una elegante cerimonia inaugurale, la nuova vita intrigante vita del Faro Punta Imperatore, a Forio, sull’isola d’Ischia: diventa un faro, il primo in Italia della società tedesca Floatel GmbH, specializzata nella valorizzazione di fari in tutta Europa.
Quattro camere esclusive in un’oasi di ricercata bellezza, lontano dal clamore delle coste dell’isola e con vista sul mare che divide Ischia dalle isole pontine: Faro Punta Imperatore si pone come una delle nuove icone di un turismo di qualità e profondamente sostenibile. Vi si accede attraverso un sentiero di 155 gradini, tutt’intorno le sculture naturali del tufo, eroso dal vento e dal mare, e il volo dei falchi pellegrini.
Strumentazioni hi-tech e comfort sono in dialogo con il luogo, che continua a raccontare la sua incredibile storia, impreziosita dall’aver ospitato Lucia Capuano, la prima donna farista d’Italia. A lei è dedicato il ristorante gourmet, “Lucì”, aperto anche alla clientela esterna: qui lo chef Antonio Monti, ischitano, propone una cucina autentica, profondamente legata alla stagionalità e alle primizie del territorio, con il contributo delle erbe aromatiche dell’orto del faro e il pescato a miglio zero.
«A sette anni dalla nostra prima visita qui e dopo un lungo e complesso progetto di restauro, rallentato dagli anni della pandemia, l’apertura di Faro Punta Imperatore ci riempie d’orgoglio» dicono Tim Wittenbecher e Marc Nagel, fondatori della società Floatel, che nel 2016 si è aggiudicata la gestione per 50 anni del bene attraverso un bando ad hoc dell’Agenzia del Demanio: questo è il loro primo hotel italiano.
Per realizzarlo, seguendo un progetto di valorizzazione conservativa del bene firmato dall’architetto Giovannangelo De Angelis, sono state necessarie, complice l’impervia morfologia del promontorio, tre missioni in elicottero, con le quali sono stati trasferiti i materiali da costruzione più pesanti, le impalcature e i macchinari.
Oggi la nuova veste del Faro si traduce in un profondo rinnovamento delle facciate e degli infissi e nell’attenta preservazione della sua anima, tra i principali obiettivi che hanno orientato il lavoro del designer Marc Nagel, tradotto in una “mise” semplice e moderne che consente agli ospiti di vivere in pieno la storia dell’edificio.
Una funivia garantisce il trasferimento dei bagagli dei clienti e delle materie prime. Sul tetto, un elegantissimo rooftop bar promette aperitivi al tramonto, che da qui è a picco sul mare. Le camere, quattro, portano il nome dei venti (scirocco, grecale, maestrale e libeccio) e ospitano un massimo di otto ospiti (i costi partono da 290 euro e arrivano a 450 euro a notte).
Per un soggiorno da sogno, in un’atmosfera quasi onirica, profondamente ancorati all’isola e ad alcune delle più suggestive falesia e al contempo proiettati verso l’azzurro del mare.