Potrebbe essere annoverato tra le sceneggiature più belle degli ultimi 50 anni, il rapporto tra Alfredo James Pacino (detto Al) e Robert Anthony De Niro.
Di recente, ad omaggiare la complicità tra le due star di Hollywood ci ha pensato il marchio Moncler e la sua campagna pubblicitaria intitolata eloquentemente “Warmer Together” (più caldi insieme).
Le loro interviste a margine di questo progetto sono state brillanti, rivelando ogni sfumatura possibile che si cela dietro la loro unione.
“Il calore non viene mai da fuori, è un’emozione che nasce dentro di noi,” ha asserito De Niro, e Al Pacino ha aggiunto: “L’amicizia è la cosa più grande che si possa vivere. È condividere lo stesso senso della vita.” Parole e riflessioni che offrono una lezione universale sul valore dell’amicizia fraterna, un legame fatto di silenzi, di sguardi che si comprendono senza bisogno di parole, di un percorso condiviso che ha reso due persone migliori.
Entrambi gli attori sono la prova che nel punto più alto del successo, l’affetto e il rispetto rappresentano fondamenta indistruttibili.
Non sono solo icone del cinema, ma emblema di un’amicizia vera, che dura da oltre cinquant’anni. Praticamente una fratellanza che trascende il grande schermo, e che ha saputo resistere al tempo, alla fama e alla rivalità artistica.
Quello tra Al Pacino e Robert De Niro, non è solo un sodalizio di reciprocità amicale, ma è anche unione di due giganti del cinema che hanno plasmato l’immaginario collettivo per oltre mezzo secolo. Un rapporto autentico, profondo, riservato, sbocciato nel fermento della New York degli anni ’60 e ’70, e divenuto un simbolo straordinario, e necessario per l’intero e complessissimo universo di Hollywood.
Dal primo incontro alle carriere cinematografiche
Dalle numerose dichiarazioni dei due, si desume che la prima volta che si sono incontrati erano poco più che ventenni, ed entrambi avevano percepito, l’uno dell’altro, sin da subito, l’immenso carisma; un’intuizione, che il tempo, è riuscito a trasformare in profezia, e soprattutto in verità.
Paradossalmente, le loro carriere cinematografiche si sono intrecciate con parsimonia, quasi a voler preservare la sacralità del loro legame.
Il loro primo, e forse più iconico, incrocio è avvenuto ne Il Padrino – Parte II (1974). In un sublime scherzo del destino cinematografico, Pacino interpretava il protagonista, Michael Corleone, mentre De Niro vestiva i panni del giovane Vito Corleone.
Entrambi vinsero un Oscar (Pacino fu solo candidato, ma la sua interpretazione è considerata una delle migliori della storia), ma non condividevano nemmeno una scena. Erano presenti nello stesso film, eppure operavano in dimensioni temporali totalmente distinte.
Per vederli nuovamente insieme, faccia a faccia, abbiamo dovuto attendere ben oltre vent’anni, con Heat – La sfida (1995), diretto da Michael Mann; film entrato nella storia del cinema proprio per quella, unica e intensa, scena al tavolo del caffè.
Il rapinatore Neil McCauley (De Niro) e il detective Vincent Hanna (Al Pacino) si confrontano in un duello verbale che è pura elettricità. La tensione drammatica era amplificata dal fatto che si trattava del loro primo vero incontro cinematografico.
Quella scena è diventata un manifesto, la dimostrazione che due talenti di tale portata non solo potevano coesistere, ma addirittura brillare a vicenda, con la luce riflessa nell’altro.
Poi è arrivato Sfida senza regole (2008), un thriller poliziesco che, seppur non accolto con lo stesso fervore critico, ha avuto il merito di riunirli nuovamente sullo schermo. Ma la vera e grande riunione, il coronamento delle loro carriere e della loro amicizia, è giunta nel 2019 con The Irishman di Martin Scorsese, un epico racconto gangster dove De Niro e Al Pacino sono affiancati anche dal magnifico Joe Pesci.
Inoltre, ha raccontato lo stesso Scorsese, che fu De Niro a insistere affinché Al Pacino interpretasse il ruolo di Jimmy Hoffa, dimostrando ancora una volta che la stima professionale nasceva da un sincero affetto.
Insomma, quella tra questi due attori straordinari e di fama mondiale, è un’amicizia rara, autentica, che risiede nella totale assenza di competizione, e nell’abilità, di entrambi, di aver saputo affrontare i momenti di gloria, e quelli di critica, con la solidità che solo un legame autentico può dare.
