Angelina Jolie è sembrata ancora nel personaggio quando ha calcato red carpet di Venezia 81 con una aura da diva. Tanta l’emozione e la responsabilità nell’interpretare la Callas nel biopic di Pablo Larrain “Maria” in concorso per il Leone d’Oro.
Ci si è avvicinata con tanto studio, ascoltando delle registrazioni di quando insegnava. Una grande preparazione, ha fatti pratica per sette mesi per educare le corde vocali. «La prima volta che ho cantato ero nervosa, tremavo, abbiamo iniziato in una stanza molto piccola e alla fine ho cantato a La Scala. E durante tutta questa preparazione, questa pratica, poco a poco subentra il personaggio e l’emozione. Ho consentito a quelle emozioni di entrare quando mi sono sentita pronta, tentando di fare qualcosa che non avevo mai fatto prima», ha dichiarato la star in conferenza stampa.
Il regista cileno non è nuovo a raccontare storie di grandi donne, dopo “Jackie” sulla Kennedy e “Spencer” su Lady D. Stavolta ha scelto la più grande soprano mai esistita. «Sono stato fan della Callas sin da bambino, e crescendo mi sono sempre chiesto perché il cinema – a parte rare eccezioni – non si sia mai interessato particolarmente ai cantanti d’opera, una forma d’arte eccezionale perlopiù ignorata dal cinema. Si trattava di fare un film su una delle voci più grandi della storia, forse la più grande, con una vita fantastica, bellissima».
Ambientato nella Parigi del 1977, il film segue Maria nei suoi ultimi giorni di vita, prima di spegnersi il 16 settembre a 53 anni, dopo abusi di antidepressivi e la dolorosa storia d’amore con Aristotele Onassis. Al suo fianco i fidati Ferruccio e Bruna, il maggiordomo e la domestica, interpretati da Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher.
«Mentre entravo nel personaggio di Ferruccio – ha spiegato Favino – pensavo che uno dei motivi per cui non voleva che lei morisse era anche riferito al suo ruolo dopo quell’evento. Se tu non sei più la regina, io chi sono? Ciascuna emozione presente non è solamente un’emozione, possiamo percepire tutte le stratificazioni: loro due la proteggono, sono la sua famiglia, è vero, ma c’è anche qualcosa che probabilmente vogliono mantenere per loro. Siamo generosi, ma non siamo santi».
«Far parte di questo film, nel ruolo di Bruna, è stato incredibile – ha raccontato Alba Rohrwacher. Ringrazio Pablo, mi ha guidato in questo viaggio, e anche Angelina, perché grazie a lei ho potuto capire questo amore incondizionato che Bruna nutriva nei confronti della Callas».
Maria è prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Juan de Dios Larraín per Fabula Pictures, e Jonas Dornbach per Komplizen Film, e arriverà nelle sale italiane con 01 Distribution.
(Foto Giorgio Zucchiatti per La Biennale di Venezia)