Il Festival di Sanremo non è solo una competizione: è uno specchio caleidoscopico delle tendenze musicali che attraversano l’Italia. L’edizione 2025 non fa eccezione, offrendo un ventaglio di stili che spaziano dalla tradizione cantautorale ai ritmi contemporanei del rap e dell’elettronica, dalla ballad struggente al pop di matrice internazionale.
Il cantautorato e la riflessione poetica
Artisti come Brunori Sas e Simone Cristicchi incarnano l’anima più intima e riflessiva del Festival. Brunori Sas, con “L’albero delle noci”, affronta il complesso tema della genitorialità, intrecciando immagini naturali e metafore che evocano un senso di radicamento e rinascita. Simone Cristicchi, invece, tocca corde profonde con “Quando sarai piccola”, un brano che mette a nudo la vulnerabilità dell’inversione dei ruoli familiari, offrendo un’introspezione dolceamara e universale.
Il pop contemporaneo
I nomi di Elodie, Gaia e Francesca Michielin rappresentano la modernità del pop italiano, in grado di fondere introspezione personale e sonorità accattivanti. Elodie, in particolare, si spinge verso territori emotivi complessi con “Dimenticarsi alle 7”, un brano che indaga il vuoto lasciato da un amore finito, con una melodia che alterna delicatezza e tensione. Gaia porta in gara “Oceani” un pezzo che mescola influenze latine e pop elettronico, evocando la ricerca di equilibrio in una realtà frenetica.
L’energia delle band
Due band si distinguono per il loro impatto sonoro: i Modà, con la loro “Non ti dimentico”, tornano a esplorare le sfumature dell’amore eterno, arricchendo la loro ballad di atmosfere orchestrali. I The Kolors, invece, sorprendono con “Tu con chi fai l’amore”, un brano travolgente che cattura l’essenza della passione fugace, mescolando funky e synth anni ’80 in un sound vibrante e accattivante.
Il rap e l’urban
La scena urban si presenta in grande spolvero con nomi di rilievo come Fedez, che in “Battito” costruisce un dialogo intimo e sincero tra passato e presente, accompagnato da un beat minimalista. Rocco Hunt, con “Mille vote ancora”, celebra la resilienza delle radici, tessendo un racconto che unisce tradizione e modernità. Il debutto di Tony Effe con “Scintille” è una dichiarazione di forza personale, sostenuta da un sound graffiante e coinvolgente, mentre Shablo guida un collettivo di rapper in un’esperienza che promette di portare l’energia del rap italiano sul palco con un brano sperimentale.
Le voci della tradizione
Marcella Bella e Massimo Ranieri rappresentano la memoria storica del Festival, con brani che si pongono come un ponte tra passato e presente. Marcella Bella, con la sua “Ritornerà”, avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera nostalgica, arricchita da orchestrazioni ricercate. Ranieri, con il suo “Tra le mani un cuore”, dà vita a un brano che risuona come una lettera aperta al sentimento umano, un inno alla fragilità e alla forza che caratterizzano l’amore.
La sperimentazione e l’alternativo
Artisti come Achille Lauro, con il provocatorio “Incoscienti giovani”, giocano con sonorità ibride e testi incisivi, creando una narrazione che sfida le convenzioni. Lucio Corsi, con il visionario “Volevo essere un duro”, intreccia ironia e lirismo in un pezzo che si distingue per la sua capacità di raccontare storie con un tocco teatrale e immaginifico.
Ogni artista porta con sé un universo sonoro unico, che si riflette nelle diverse declinazioni stilistiche e nei temi trattati. Il Festival di Sanremo 2025 promette di essere non solo una gara, ma un racconto corale della musica italiana contemporanea, capace di rispecchiare e celebrare la complessità del nostro tempo.