“Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni”, e in questo caso la corsa avviene a 300 chilometri orari.
Una storia di rivalsa, di vittoria quella di Lewis Hamilton, il pilota di Formula 1, dove le piaghe dolorose e assordanti del bullismo, si sono trasformate nell’inconfondibile suono del rombo color rosso Ferrari.
È avvenuto da poche ore il debutto del pilota britannico nella scuderia del Cavallino Rampante. Ad attenderlo, a Maranello, tantissimi tifosi i quali si sono visti scaldare i cuori esattamente come il motore della monoposto.
Hamilton realizza il sogno che supera il sogno, e lo fa senza fermarsi al pit stop; ma alle volte le luci fiammanti del trionfo passano attraverso il buio della sofferenza, e in quel caso, non c’è Safety car che tenga, per dare sicurezza ed equilibrio sulla pista della gara e della vita. È esattamente ciò che riguarda il background del nuovo ferrarista, vittima di bullismo e di insulti razzisti ai tempi della scuola.
Il pilota porta sulle spalle il fardello di un passato molto traumatico, segnato da vessazioni fisiche e psicologiche sia da parte degli studenti che degli insegnanti. Anni traumatizzanti per lui, in cui veniva ripetutamente preso di mira dai bulli, picchiato dai compagni di classe, gli venivano lanciate addosso cose, come le banane, e le persone utilizzavano la parola “meticcio” per il colore della pelle.
Maltrattamenti che il ‘Lewis bambino’ ha sempre deciso di nascondere al padre per non apparire ai suoi occhi come un debole ragazzino.
Ma sono le storie di questo tipo che fanno credere che nella vita tutto sia possibile, iniziando con nulla e arrivando a correre fino in Formula 1; quelle in cui le lacrime di dolore dell’infanzia, sono esattamente le stesse che Hamilton ha manifestato senza indugio tenendo tra le mani il casco, per la prima volta.
Essere un pilota Ferrari è la coronazione di un desiderio che ha avuto sin da bambino, e che è stato più potente di qualsiasi tipo di pugno o offesa ricevuti, e noi non aspettiamo altro di vederlo sfrecciare sull’asfalto, rincorrendo il primo posto insieme a lui.
Annamaria Martinisi