Ci sono uomini che senza compiere imprese titaniche riescono a far parlare a lungo di sé, anche dopo la morte. È il caso di Carmelo Campanella, allevatore di bovini ragusano nato nel 1931 che, a tarda età, improvvisamente, prende coscienza di essere uno degli ultimi custodi di un vastissimo patrimonio culturale.
Galeotto fu l’anno del Giubileo
È il 2000, l’anno del giubileo, quando Carmelo Campanella, si ritrova a viaggiare su un pullman diretto verso Roma insieme ad altri pellegrini. Durante il tragitto, uno dei passeggeri, per ingannare il tempo, decide di esibirsi recitando in dialetto versi e filastrocche a tema religioso.
Carmelo ascolta. Anche lui conosce tanti versi, ma non si sognerebbe mai di alzarsi e recitarli davanti ad un pubblico. A mancargli è il coraggio, ma mentre quel passeggero continua a recitare, nella testa di Carmelo iniziano a rimbalzare e ad affollarsi tantissime storie. A un certo punto Carmelo non può più farne a meno. Si alza, prende il microfono e inizia a recitare anche lui.
Tutti i passeggeri rimangono esterrefatti. Carmelo conosce a memoria storie, indovinelli, filastrocche, preghiere, canti popolari. Carmelo è il custode di un grandissimo patrimonio culturale, ma è solo quello il momento in cui l’allevatore ragusano ne prende coscienza.
Così, tornato a casa, decide di iniziare il suo progetto culturale, ovvero trascrivere tutto ciò che è nella sua testa per salvare il patrimonio culturale di cui è custode e poterlo trasmettere in questo modo alle generazioni future.
I “papiri” di Carmelo Campanella
Carmelo dunque, con la sua licenza elementare, intraprende la sua missione culturale trascrivendo ciò che conosce a memoria. Non avendo quaderni e block notes, Carmelo decide di scrivere sull’unica carta di cui dispone: quella dei sacchi che contengono il mangime per il suo bestiame.
Nascono così i “papiri” di Carmelo Campanella. Centinaia di rotoli di carta ricavata dai sacchi del mangime, legati con lo spago, sui quali sono state trascritte storie, preghiere, canti, barzellette, indovinelli, filastrocche, poesie, racconti.
La popolarità di Carmelo Campanella cresce rapidamente. Campanella diventa un vero e proprio caso letterario. E’ Chiara Ottaviano, storica torinese, che dà un forte contributo alla popolarità di Carmelo, quando inizia a pubblicare alcuni dei suoi testi sulle pagine Facebook dell’Archivio degli Iblei.
Gianni Guastella, ordinario di Lingua e Letteratura Latina dell’Università di Siena, a proposito di Campanella, ha detto: “Le sue opere sono documenti eccezionali per le modalità con cui Campanella ha riversato sulla pagina scritta la sua memoria, il suo abile appropriarsi della scrittura, allo scopo di farne uno strumento con cui lasciare un proprio segno.”
Carmelo Campanella si è spento all’età di 90 anni, ma attraverso i “suoi papiri” ha saputo rendersi immortale.