Stop al genocidio! Ormai un urlo comune, necessario, doveroso, e che fortunatamente sta coinvolgendo sempre più persone da ogni parte del mondo. È finito il tempo delle scuse, quello in cui il passaggio di responsabilità collettiva diviene una staffetta senza logica e coscienza.
Gaza sta bruciando tra le fiamme di un inferno esecrabile e spregevole, e l’immobilismo politico-sociale non può più essere giustificato da ragion alcuna.
Una causa umanitaria, oramai, che sta smuovendo tantissimi artisti, nell’attivazione di importanti iniziative, al livello globale.
Dal Venezia82, alla denuncia del film The Voice of Hind RaJab, fino al concerto “Together for Palestine” a Wembley
Prima tra tutte la Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno, che ha visto diverse personalità della settima arte, italiane, e non solo, firmare una lettera aperta per chiedere alla Biennale di condannare le azioni di Israele a Gaza e ritirare gli inviti a Gal Gadot e Gerard Butler.
Tra i firmatari figurano Marco Bellocchio, Matteo Garrone, Anna Foglietta, Alba Rohrwacher e Ken Loach. C’è stata anche una manifestazione pro Palestina al Lido, con la partecipazione di attori e artisti come Emanuela Fanelli, Zerocalcare, Michele Riondino, Donatella Finocchiaro e Laura Poitras.
Ma già all’inizio dell’estate, centinaia di attori e registi come Joaquin Phoenix, Pedro Pascal, e Guillermo del Toro, avevano condannato apertamente il silenzio dell’industria cinematografica sulle azioni di Israele contro Gaza.
Poi, l’impegno etico-morale pro Palestina ha incalzato duramente durante la rassegna veneziana con il film The Voice of Hind RaJab della regista tunisina Kaouther Ben Hania, che racconta la storia di una bambina di cinque anni uccisa dalle forze israeliane a Gaza; opera che ha ricevuto una standing ovation di ben 24 minuti, tra lacrime e silenzi, e vincendo il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria.
Un altro importante evento, a sostegno della causa palestinese, è avvenuto al Wembley Stadium di Londra con il concerto di beneficenza “Together for Palestine”, e con la partecipazione di Brian Eno, Benedict Cumberbatch, Florence Pugh, Riz Ahmed, Guy Pearce, Jameela Jamil, Ruth Negga, Eric Cantona e Amelia.
Il concerto si è aperto con la proiezione di un video in cui celebrità come Billie Eilish, Cillian Murphy, Joaquin Phoenix e Javier Bardem si sono riunite per far sentire la propria voce a favore dei palestinesi.
Nel video, il gruppo ha lanciato un appello per maggiore consapevolezza e solidarietà, dichiarando: “Sappiamo che i leader di questo paese sono complici dei massacri civili di massa a Gaza e in Cisgiordania”.
Il concerto ha mirato a raccogliere milioni di dollari per le organizzazioni palestinesi che lottano in prima linea nella crisi di Gaza, tra cui Taawon (Welfare Association), il Fondo di Aiuto per i Bambini Palestinesi (PCRF) e l’Associazione di Aiuto Medico Palestinese (PMRS).
Il discorso a sostegno di Gaza di Florence Pugh
Durante l’evento, molto toccante è stato l’intervento dell’attrice di Midsommar, Florence Pugh che dal palco dell’OVO Arena Wembley, ha pronunciato parole ricche di emotività e suggestione: “Il silenzio di fronte a tanta sofferenza non è neutralità. È complicità. L’empatia non dovrebbe essere così difficile e non avrebbe mai dovuto esserlo. Fate pressione sui governi e non smettete di far sentire la vostra voce.”
Non è la prima volta che la Pugh esprime solidarietà sul tema. In passato ha firmato una lettera aperta al primo ministro britannico Keir Starmer, chiedendo la fine della “complicità del Regno Unito negli orrori di Gaza”.
Nel testo, si leggeva: “La storia si scrive in momenti di chiarezza morale. Questo è uno di questi. I bambini di Gaza non possono aspettare un altro minuto. Primo Ministro, cosa sceglierà? La complicità in crimini di guerra o il coraggio di agire?”
L’appello di oltre migliaia artisti per boicottare le istituzioni cinematografiche israeliane
Moltissime figure del mondo del cinema hanno deciso di firmare un impegno, pubblicato dal gruppo Film Workers for Palestine, a non collaborare con le istituzioni cinematografiche israeliane che, come si legge, sarebbero “coinvolte nel genocidio e nell’apartheid contro il popolo palestinese”.
Il documento spiega che “come registi, attori, lavoratori dell’industria cinematografica, e istituzioni, riconosciamo il potere del cinema di plasmare le percezioni. In questo urgente momento di crisi, in cui molti dei nostri governi stanno rendendo possibile la carneficina a Gaza, dobbiamo fare tutto il possibile per affrontare la complicità in questo orrore incessante”.
Tra i firmatari compaiono registi come Yorgos Lanthimos e attori come Javier Bardem, Mark Ruffalo, Emma Stone, Tilda Swinton e Olivia Colman.
L’impegno richiede di non proiettare film, di apparire o di collaborare con istituzioni come festival, cinema, emittenti televisive e società di produzione considerati complici nell’“insabbiamento”, nella “giustificazione del genocidio e dell’apartheid” o nella “collaborazione con il governo che li commette”.
Javier Bardem agli Emmy Awards 2025 con il pugno alzato e al collo la kefiah
A proposito di Javier Bardem, sempre in prima linea su molte questioni politiche, nella notte della cerimonia degli Emmy 2025, l’attore, ancora una volta, non ha avuto timore nel manifestare pubblicamente la sua posizione in merito alla questione palestinese. E’ apparso a favore dei fotografi e telecamere con il pugno alzato, con attorno al collo la kefiah, convogliando un messaggio molto chiaro a favore di Gaza.
Libero De Rienzo e la sua posizione sulla Palestina già nel 2002
In merito alla gravissima vicenda della lotta israelo-palestinese, il nostro immenso attore, dall’animo sensibile, Libero De Rienzo, scomparso prematuramente nel 2021, aveva espresso pubblicamente la sua posizione sulla Palestina, già nel 2002. Premiato come miglior attore non protagonista per il film Santa Maradona durante i David di Donatello di quell’anno, approfittò del palco di Rai1 per lanciare il suo appello: “So che questa è una serata di festa e non voglio rovinarla a nessuno. Il problema è che io non mi sento molto di festeggiare in questo momento perché sul mio cuore, come credo su quello di ognuno di voi, pesa il troppo sangue che sta sfogando in Palestina”.
Un lungo applauso interruppe il discorso dell’attore che proseguì: “Sento di dover deviare questo premio agli uomini e alle donne della Croce rossa internazionale e della Mezzaluna palestinese che in questi giorni stanno svolgendo un lavoro fondamentale, mettendo a repentaglio la propria vita. Lancio un appello, per quello che può valere la mia umile voce, affinché tutti abbassino la testa di fronte alla Croce rossa internazionale e permettano a questi uomini e a queste donne di svolgere il loro lavoro. È inaccettabile che le ambulanze vengano sequestrate, è inaccettabile che i poveri non abbiano cibo e che i malati non abbiano medicine”.
