«Gli errori servono quanto le cose giuste. Se non sbagli non sai chi sei. L’errore serve anche per misurarti, per capire come reagisci di fronte alle cose sbagliate. Alcuni potevo evitarmeli, ma li rifarei tutti perché mi hanno aiutata», così Luisa Ranieri, una delle attrici italiane più amate, si racconta senza filtri, ancora una volta, durante il programma Sky Stories, dove ha annunciato che sarà nel prossimo film di Paolo Sorrentino e, dulcis in fundo, nel prossimo progetto di Johnny Depp.
In queste settimane Luisa Ranieri è tornata su Rai uno nei panni di Lolita Lobosco, in cui interpreta un vicequestore in servizio presso la squadra mobile della questura di Bari, un ruolo che la diverte e che diverte il pubblico, che la premia settimana dopo settimana con uno share incredibile. Un personaggio simbolo del riscatto femminile in mondo di uomini, perché «si fa più fatica, devi dimostrare di avere più determinazione, più cervello, più capacità di un uomo, perché di base siamo state escluse per troppo tempo».
La sua storia parte dai vicoli del centro storico di Napoli, dov’è cresciuta in una famiglia “dominata dalle donne”. Era una bambina timida, racconta, ma questo non le ha impedito di essere assoluta protagonista del cinema italiana, fin dagli esordi come quello ne “Il principe e il pirata” di Pieraccioni che sancì il suo debutto al cinema.
Recentemente il suo personaggio di Patrizia nel film di Paolo Sorrentino candidato all’Oscar “È stata la mano di Dio”, ha dato una nuova svolta alla sua carriera, un ruolo che pensava di interpretare: «Sono andata al provino pensando ‘tanto non mi prenderà mai’ e ho fatto un bel provino perché non c’erano aspettative. Con Paolo è stato forse l’incontro professionale più bello della mia vita. È un regista speciale e con lui è iniziata una mia rinascita».
Altra figura fondamentale per la sua carriera è stata quella di Ferzan Özpetek, regista con il quale ha lavorato ben tre volte, l’ultima in “Nuovo Olimpo”: «Mi chiamò e mi disse ‘ho un piccolo ruolo, ma mi serve una meno appariscente di te. Però mi fido di quello che mi dice Mina, per cui lavoriamoci, vediamo cosa riusciamo a tirare fuori’. E da lì è nato. Mi sono divertita molto a scrivere con lui il personaggio di Titti».
La vittoria più grande di Luisa Ranieri è la famiglia, quella costruita con il marito Luca Zingaretti, conosciuto sul set della miniserie “Cefalonia”, diretta da Riccardo Milani. Un amore che dura da più di 20 anni, anche se la scintilla non scattò immediatamente: «piaceva anche a me. Però non amo le relazioni nate sui set. Non mi piace il chiacchiericcio, quindi è una cosa che ho sempre evitato. Poi nel film io mi innamoravo di questo soldato, lui era un soldato bello affascinante e quindi volevo quella distanza emotiva per poter poi valutare se veramente mi piacesse».
Oltre al film di Sorrentino, in uscita nei prossimi mesi, per Luisa Ranieri c’è stata una proposta tanto importante, quanto inaspettata, il nuovo film di Johnny Depp: «Ero in vacanza con la mia famiglia e mi ha chiamato la mia agente francese. Mi dice ‘Johnny Depp fa un film e ti offre un ruolo’ e io dico no, non ho tempo di fare provini perché adesso parto con Lolita, poi sto facendo Sorrentino… ‘Non devi fare il provino, ti offre un ruolo’ e quindi l’ho fatto. Però dove mi abbia notata non l’ho davvero capito – si stupisce ancora – Io penso nel film di Sorrentino perché durante una chiacchierata che abbiamo fatto quando abbiamo parlato del personaggio mi ha detto “eri molto brava nel film di Paolo”».