Settanta edizioni non sono un dettaglio. I David di Donatello tornano stasera, 7 maggio, in diretta su Rai 1 dal Teatro 5 di Cinecittà, con il compito di celebrare il cinema italiano e restituirgli, almeno per una notte, il centro della scena. A condurre la serata saranno Elena Sofia Ricci e Mika, una coppia inedita chiamata a dare un volto nuovo a una cerimonia che si rinnova pur custodendo la sua tradizione.
In cima alle candidature Parthenope di Paolo Sorrentino e Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre, con 15 nomination ciascuno. Entrambi diversi nei toni e nelle intenzioni, ma accomunati da una scrittura autoriale che punta in alto. A seguirli, con 14 candidature, L’arte della gioia di Valeria Golino e Vermiglio di Maura Delpero, due opere che confermano il crescente protagonismo delle registe italiane e la vitalità del cinema indipendente.
Il David alla Carriera sarà consegnato a Pupi Avati, autore prolifico e instancabile, che in decenni di attività ha attraversato la commedia, il dramma e il cinema di genere con uno sguardo personale e riconoscibile. Riconoscimenti speciali anche per Ornella Muti, presenza simbolica di un’epoca del nostro cinema, e per Timothée Chalamet, scelto come figura-ponte tra la scena italiana e quella internazionale.
Come sempre, l’attenzione sarà concentrata sulle categorie principali (Miglior Film, Regia, Interpreti), ma la portata dell’evento va oltre i singoli premi. La serata dei David è anche un momento per misurare lo stato di salute del cinema italiano, tra conferme, nuovi sguardi e qualche esclusione che farà discutere.
La 70ª edizione non sarà solo un’occasione celebrativa, ma anche uno specchio di ciò che il cinema italiano oggi riesce a raccontare e di quello che, forse, ancora fatica a mettere in scena. In un contesto produttivo in trasformazione e con un pubblico da riconquistare, i David tornano a porre la domanda fondamentale: dove sta andando il nostro cinema?