Rap, rap, e ancora rap ma senza “serenata”. Quella la lasciamo a Jovanotti reduce della prima serata. È il caso di dirlo, la 75esima edizione del Festival di Sanremo è la più rap della storia.
Sul palco dell’Ariston torna l’hip pop con campioni assoluti: Guè, Joshua e Tormento. Lo fanno attraverso la canzone in gara “La Mia Parola”, che grazie a Shablo, ha fatto incontrare e scontrare, generi e generazioni in un unico brano.
L’esperienza, nel gruppo, di certo non manca e il parallelismo cinematografico viene spontaneo: rappresentano una sorta di “The Avengers”, o “Quei bravi ragazzi” alla Scorsese, che con potenza ed energia si presentano al Festival con un rap contemporaneo, e che strizza l’occhio al black, al soul e all’R&B armonizzato da un meraviglioso coro gospel.
Gué è inserito a pieno titolo nel mondo dell’Hip Pop dalla fine degli anni ’90, e ha già partecipato a Sanremo due volte in qualità di ospite, al fianco di Mahmood nel 2019, e di Geolier nel 2014.
Mentre Tormento, rapper e cantante soul dei Sottotono – gruppo che nel 2001 ha partecipato a Sanremo con il brano “Mezza verità” – ha proseguito la sua carriera come solista dal 2011, continuando a pubblicare album sempre più innovativi.
Joshua, il più giovane del gruppo, dopo gli esordi come rapper ha deciso di approfondire generi come il Contemporary R&B e il soul.
Oltre a Shablo e la sua “crew”, in questa edizione, con il suo rap, torna anche Willie Peyote. Dopo il successo del 2021, l’artista arriva sul palco dell’Ariston con la sua ironica e tagliente “Grazie ma no grazie”.
Willie ha iniziato la sua “vita artistica” come bassista punk, per poi immergersi nel rap nel 2004. La sua musica è ironica, autoironica ed intelligente. Per stessa ammissione del cantante, Willie non mette il rap nei pezzi suonati, ma mette la musica suonata nei pezzi rap; un vero e personale codice artistico che lo ha condotto verso un sound unico.
E poi c’è Fedez che torna a Sanremo2025 con una delle esibizioni più attese. Federico Lucia (il vero nome del rapper) porta sul palco “Battito”. Nel 2021 arrivò secondo in coppia con Francesca Michielin con “Chiamami per nome”.
Ma questa volta è diverso, l’artista torna al Festival da solo e con un testo importante che affronta il tema della salute mentale. Un brano dedicato all’amore per una donna che in realtà non esiste e, rappresenta la depressione.
Con tutto questo rap, ricordiamo i momenti più “hip pop” della storia di Sanremo:
Memorabile la presenza di Eminem all’edizione del 2001. Presentava Raffaella Carrà, dal grandissimo sguardo intelligente, lungimirante, attento, innovativo e che le consentì di mettere a proprio agio il fantomatico rapper di Detroit.
Poi ci fu la volta dei Sottotono il duo formato da Tormento e Fish, portarono sul palco dell’Ariston “Mezze verità”, un brano dal genere r&b.
Ed ancora, Frankie Hi NRG che al festival di Sanremo nel 2008 portò la canzone dal titolo “Rivoluzione”, campionata da De Andrè. Ma i momenti “rap sanemesi” non finiscono qui. Da ricordare anche la presenza di Caparezza con la canzone “E la notte se ne va”, nel 1997 e dal Piotta che, mentre la sua superhit “Supercafone” faceva da sigla del campionato di calcio in Giappone, lui nell’edizione 2004 condotta da Simona Ventura, arrivò con il brano “Ladro di te”.
Annamaria Martinisi