Un criminale scopre di poter guarire con il tocco ma ogni miracolo lo priva di un senso. Il prezzo della redenzione sarà la sua stessa umanità.
“Nero”, un film potente e suggestivo scritto da Giovanni Esposito, Valentina Farinaccio e Francesco Prisco. Prodotto da Bartleby Film, Run Film, Pepito Produzioni e Rai Cinema, e diretto dallo stesso Giovanni Esposito, il film fonde realismo e metafisica in una storia toccante ambientata tra Mondragone e Castel Volturno.
Esposito è anche protagonista al fianco della straordinaria Susy Del Giudice. Il cast corale include Anbeta Toromani, Giovanni Calcagno, Peppe Lanzetta, Roberto De Francesco, Cristina Donadio, Alessandro Haber, Marius Bizau, Riccardo Ciccarelli, Emmanuel Dabone, Gennaro Di Biase e Vittorio Ciorcalo.
La storia si apre con una rapina finita male: Nero (Esposito), piccolo criminale di periferia, spara accidentalmente a un dipendente di un negozio. Ma ciò che accade dopo sfida ogni logica: mentre lo culla con compassione, si verifica un miracolo—lo guarisce. Da quel momento Nero scopre di avere il potere di curare gli altri con il solo tocco. Tuttavia, ogni miracolo ha un prezzo: a ogni guarigione perde uno dei cinque sensi. Il primo miracolo gli costa il tatto.
Ai margini della società, Nero delinque non per malvagità, ma per necessità: deve prendersi cura della sorella disabile Imma (Del Giudice), affetta da una particolare forma di autismo. Impossibilitato a trovare un lavoro stabile, ruba per sopravvivere—fino a quando il dono miracoloso mette in discussione la sua identità e la sua morale.
Susy Del Giudice offre un’interpretazione fenomenale, comunicando non con le parole, ma con gesti potenti e pieni di significato. La sua è una lezione di recitazione non verbale e un esempio perfetto del principio “show, don’t tell”. Non imita la disabilità: la incarna, offrendo una performance rispettosa, autentica e profondamente trasformativa.
La sceneggiatura intreccia magistralmente temi esistenziali: sacrificio, redenzione, sopravvivenza, misticismo e umanità. L’idea di perdere una parte di sé per salvare gli altri diventa una potente allegoria delle scelte e dei compromessi che la vita impone. La tensione emotiva, le note di umorismo e le sfumature spirituali si fondono perfettamente, facendo di “Nero” un’opera profonda sul significato del vivere—e del decidere.
Dal punto di vista visivo, il film si avvale del tocco artistico di Daniele Ciprì alla direzione della fotografia. Il suo obiettivo cattura il realismo crudo e il surrealismo poetico che definiscono il tono dell’opera, supportando pienamente la regia raffinata di Esposito.
Giovanni Esposito, nel suo triplice ruolo di sceneggiatore, attore e regista, dimostra coraggio, precisione e sensibilità. La sua regia affronta con abilità la complessità narrativa, creando un film insieme intimo e universale.
“Nero” non è semplicemente un film—è un’esperienza. Un dramma mistico che osa chiedere quanto siamo disposti a perdere per donare. Una miscela magistrale di realismo sociale, metafora spirituale e poesia cinematografica. Con interpretazioni indimenticabili, immagini potenti e una narrazione che tocca le corde più profonde dell’animo umano, “Nero” è un film imperdibile e una delle opere più rilevanti del cinema italiano contemporaneo. Nei cinema dal 15 maggio.
Voto: 4 su 5