«Fare satira negli Anni ’90 significava essere davide contro golia. oggi è cambiato tutto, si è livellato tutto, sembra sempre più ordinaria», Corrado Guzzanti ha sempre giocato, a suon di satira appunto, contro Golia, rappresentato da tutti i personaggi, politici e non, che ha imitato attraverso le sue parodie tanto leggendarie, quanto intelligenti, che l’hanno reso uno dei comici più apprezzati del panorama italiano. Ma non solo. Corrado Guzzanti è stato anche il creatore di personaggi che nel tempo sono stati ripresi dai comici di nuova generazione.
Protagonista ancora della serie Sky “Call My Agent”, dove interpreta sé stesso: «È molto divertente perché queste dinamiche con gli agenti, le balle al telefono le scuse sono proprio il nostro il nostro quotidiano. Poi si fa un po’ una caricatura, mi hanno dipinto come un artista di una pigrizia proverbiale, che è un po’ vero, però possiamo sfatare questo mito». Guzzanti si è raccontato in una lunga intervista al programma Sky Stories.
Figlio del giornalista e politico Paolo Guzzanti, fratello delle attrici Sabina e Caterina Guzzanti e nipote dell’ex ministro Elio Guzzanti, insomma, una famiglia dove il talento è sempre stato “di casa”: «Mio padre mi ha raccontato varie volte che ero un bambino molto creativo, molto poco disciplinato. Una volta venne a prendermi all’asilo e tutti i bambini erano seduti al tavolo con il loro fiocco a disegnare, scrivere e fare cose. Io ero per terra e cantavo opere liriche».
Un talento che però non riusciva ad esprimersi tra i banchi di scuola, che nel tempo però gli ha permesso di concepire personaggi come Lorenzo lo studente: «Sono stato un pessimo studente e dal liceo sono uscito vivo per miracolo. Insomma, la mia adolescenza è stata abbastanza tremenda. Lorenzo e era in gran parte autobiografico, ovviamente esagerato. Ero ancora molto fresco di ricordi quando l’ho fatto, ero ancora nei miei venti. Il liceo per me è servito a quello, ad accumulare materiale per lavori successivi».
Recentemente ha partecipato al programma “Lol” su Prime Video, in un periodo storico dove la satira, rispetto ai suoi inizi, è notevolmente cambiata: «È cambiato tutto. Quando noi imitavamo negli anni 90 i politici erano comunque grossomodo degli intellettuali. Uno dei motori della satira era appunto essere Davide contro Golia, adesso invece c’è una grandissima libertà di scherno che poi è stata moltiplicata dai social, ma ci sono meno programmi televisivi specificatamente di satira. È diventata, almeno secondo me, un po’ più ordinaria, come tutto d’altronde. Probabilmente in un altro momento della mia vita non avrei fatto Lol, ma ero depresso, c’era stato il covid e mi sono detto ‘facciamo una botta di vita’. Poi mi sono effettivamente divertito tanto, ma bisogna averci il fisico perché se uno sta lì per tante ore».
Una carriera, quella di Guzzanti, dove c’è spazio anche per i rimpianti: «Ho detto ‘no’ tante volte al cinema, da ragazzo, anche a dei registi importanti. Allora non mi sembrava la cosa giusta da fare. Mi dispiace perché invece ho scoperto che mi diverte moltissimo fare anche l’attore senza regole, deresponsabilizzato dalla scrittura. E forse se avessi detto più sì avrei una seconda carriera come attore, ma così non è andata».
Nel corso della sua carriera ha preso parte a serie di successo come “Boris”, esplosa grazie… alla pirateria: «è diventata un cult grazie alla pirateria, perché nessuno la vedeva dove doveva essere, tutti se lo scaricavano su eMule. Questa è la leggenda che ha fatto grande Boris e quindi per chi lo ha visto allora è diventato un cult».
Corrado Guzzanti si è raccontato così nella nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24, ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, in onda sabato 30 marzo alle ore 12.00 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.