346
Se ti dovesse capitare di passeggiare per le strade di Milano o di Roma e di incontrare uno strano personaggio alto due metri e vestito a mo’ di kebab, non avere paura. Non siamo sul set di un nuovo strambo supererore, ma si tratta della mascotte di Kebhouze, una nuova catena di franchising di kebab lanciata dall’imprenditore e influencer, Gianluca Vacchi.
I suoi 41 milioni di follower, sommando Instagram e TikTok, hanno familiarizzato con Keb, per poi scoprire sulla stampa della nuova avventura di Vacchi che ha messo soldi e faccia per l’idea di due giovani imprenditori bolognesi che dicono di voler rivoluzionare il fast food del famoso piatto di piadina e carne, le cui origini risalgono al Medio Oriente (a proposito, sapevi che la parola kebab significa “grigliato” o “arrostito”?).
Vacchi e Keb basteranno?
I tanti articoli sulla stampa che lanciano la catena, che partirà con tre punti vendita a Milano e due a Roma a dicembre, hanno sottolineato tutte le novità del progetto: ci sarà anche il kebab di black angus e un’attenzione alla sostenibilità ambientale con packaging eco friendly e scelta di fornitori italiani a chilometro zero.
Con questo format, Vacchi vuole vincere la diffidenza che c’è in alcuni italiani verso il famoso piatto, “in fondo non c’è un piatto più semplice di questo fatto di piadina, carne e condimenti a scelta”, ha dichiarato alla stampa.
Chissà se queste caratteristiche e la notorietà di Vacchi, basteranno a vincere l’agguerrita concorrenza sul campo di catena di franchising che hanno saputo costruire la propria credibilità nel tempo. Tra tutte, SKK Italy lanciata agli inizio del 2000 dall’imprenditore,palestinese trapiantato in Italia, Naser Ghazal, il “re del kebab”, che oggi può contare su più di 50 punti vendita in Italia con punti vendita anche negli Stati Uniti e in Canada.
Una nuova avventura per Vacchi dopo il crack
Il nostro augurio per l’imprenditore è di avere fortuna in questa attività e creare nuove aperture (ne sono già state programmate 20) per creare posti di lavoro in un Paese come il nostro che ne ha tanto bisogno.
Vacchi con i kebab potrebbe riuscire finalmente a lasciarsi alle spalle le sue disavventure economiche iniziate nel 2017, a seguito del debito di 10 milioni di euro che aveva accumulato con il Banco Bpm e che ha portato allora al pignoramento di beni e azioni.