Ci sono storie che hanno davvero dell’incredibile, che a raccontarle chiunque direbbe: “Tu sei pazzo! È impossibile che si sia verificata una cosa del genere!”.
Eppure spesso la realtà supera la fantasia.
Quella che stiamo per raccontarvi è una storia davvero difficile da credere che sia realmente accaduta. Gli stessi protagonisti, all’inizio, stentavano a crederci. Ma andiamo per ordine.
Siamo negli anni 80. Un ragazzo inizia il suo primo anno al college. È emozionato. È la prima volta che mette piede in quel college che ha scelto di frequentare, ma l’emozione viene subito messa da parte perché in quel ragazzo si iniziano ad insinuare, fin dal primo momento, molti dubbi e perplessità.
In quel college, infatti, si verifica una cosa alquanto strana. Pur non avendolo mai frequentato, il neo studente viene circondato da persone che lo accolgono con molto entusiasmo e che addirittura gli danno del “bentornato”.
Come è possibile? Il ragazzo capisce subito che non si tratta solo di una grande e squisita cordialità. C’è qualcosa di più. «Perché mi dicono “bentornato” se è la prima volta che metto piede in questo posto?», si interroga il ragazzo.
Inizia così quella che sarà la storia che cambierà la vita del neo studente e di altri due della stessa identica età.
È infatti, grazie a questo strano scherzo del destino che David Kellman, Edward Galland e Robert Shafran scoprono di essere fratelli gemelli. I tre ragazzi avevano trascorso 19 anni della loro vita senza sapere dell’esistenza degli altri due fratelli gemelli. Come era stato possibile?
“Three Identical Strangers”, il docufilm di Tim Wardle
L’incredibile storia dei tre fratelli gemelli ritrovatisi all’età di 19 anni è stata poi raccontata nel documentario di Tim Wardle “Three Identical Strangers”.
Ecco il trailer:
Nel docufilm emerge che i tre ragazzi, pur avendo ricevuto educazioni diverse e pur avendo vissuto in ambienti completamente diversi, hanno sviluppato gli stessi gusti, compiono gli stessi gesti, amano fare le stesse cose.
Abilmente, in “Three Identical Strangers”, Wardle attraverso interviste, racconti ed una sapiente ricostruzione dell’incredibile storia, coinvolge lo spettatore in un racconto ricchissimo di colpi di scena. Una verità che lascia senza alcun dubbio a bocca aperta, che appassiona, che strappa qualche risata, ma soprattutto che scava in una sporca faccenda.
Perché quei bambini furono separati? Perché alle famiglie adottive non fu mai detto dell’esistenza degli altri due?
Voi cosa ne pensate? Intanto, per farvi un’idea, vi consigliamo di guardare “Three Identical Strangers” che merita davvero. Buona visione!