Una notizia sensazionale. Che però ha consentito a San Casciano dei Bagni, nota località termale toscana, di far vincere all’Italia per prima volta il più prestigioso Premio internazionale di archeologia.
Ventiquattro statue di bronzo risalenti ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C. protette per millenni dal fango e dall’acqua bollente del santuario votivo insieme a numerose monete, ex voto e iscrizioni latine ed etrusche ritrovate nel fango bollente fanno vincere infatti per la prima volta all’Italia il Premio Khaled al-Asaad promosso dalla Bmta e dalla rivista Archeo.
Quello emerso dalle acque bollenti a San Casciano dei Bagni rappresenta il più grande ritrovamento di statue dell’Italia antica dopo i Bronzi di Riace. Delle statue riportare alla luce, cinque sono alte quasi un metro, perfettamente integre e realizzate quasi certamente da artigiani locali: effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo. L’eccezionale stato di conservazione all’interno dell’acqua calda della sorgente ha preservato meravigliose iscrizioni in etrusco e latino, incise prima della loro realizzazione.
Le altre cinque scoperte archeologiche finaliste del Premio erano il ritrovamento nell’antica necropoli di Saqqara a Giza, a circa 30 km a sud del Cairo, della piramide della regina Neith con 300 bare e 100 mummie; le tracce del più antico calendario Maya in Guatemala, il ritrovamento di una città dell’era di bronzo nel bacino del Tigri; la scoperta di una città sotterranea risalente a Duemila anni fa a Midyat in Turchia.
Il Premio internazionale Khaled al-Asaad è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.
Promotori sono direttore della Borsa mediterranea del turismo archeologico (Paestum, 2-5 novembre), l’unico evento del genere al mondo, Ugo Picarelli e dal direttore di Archeo Andreas Steiner, che hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”.
Il Premio, dunque, si caratterizza per divulgare uno scambio di esperienze, rappresentato dalle scoperte internazionali, anche come buona prassi di dialogo interculturale e cooperazione tra i popoli.