“Il nostro compito nel mondo non è avere successo, ma fallire nelle migliori condizioni di spirito possibili”, con queste parole si conclude il Festival del cinema di Cannes di Paolo Sorrentino che con la sua Parthenope, accolta da nove minuti di applausi, non ha ricevuto premi rilevanti, se non il Prix CST Artist-Technician per la fotografia a Daria D’Antonio. Il film, i cui diritti sono stati acquistati dalla casa di produzione A24, e in uscita il prossimo autunno, punta dritto ai Premi Oscar.
Gioia anche per Roberto Minervini che ha conquistato il premio miglior regia An Certain Regard per “I Dannati”.
Questa edizione ha visto anche Pierfrancesco Favino in una nuova versione, quella di giurato. Insieme all’attore italiano anche la sceneggiatrice e fotografa turca Ebru Ceylan, l’attrice americana Lily Gladstone, l’attrice francese Eva Green, la regista e sceneggiatrice libanese Nadine Labaki, il regista e sceneggiatore spagnolo Juan Antonio Bayona, il regista giapponese Kore-eda Hirokazu e l’attore e produttore francese Omar Sy.
Il film “Anora”, diretto dall’americano Sean Baker, ha vinto la Palma d’Oro al festival di Cannes. Questa commedia racconta la storia di Anora (Mikey Madison), una sex worker a New York, e la sua complessa relazione con Ivan (Mark Eydelshteyn), un giovane russo di una famiglia di oligarchi che tenta di ostacolare il loro amore.
Jesse Plemons ha ricevuto il premio per il miglior attore per “Kinds of Kindness” di Yorgos Lanthimos. Il Grand Prix della giuria è stato assegnato a “All We Imagine as Light” di Payal Kapadia, che esplora le difficoltà relazionali di due infermiere di Mumbai.
Il Premio della Giuria è andato a “Emilia Perez”, un musical di Jacques Audiard. La trama segue un’avvocata di Città del Messico che aiuta un capo narcotrafficante a lasciare il paese e sottoporsi a un’operazione di riassegnazione del sesso. Il cast, con Selena Gomez, Zoe Saldaña, Karla Sofía Gascón e Adriana Paz, ha vinto il premio per la miglior interpretazione femminile a pari merito
“Il seme del fico sacro” di Mohammad Rasoulof ha vinto il Premio Speciale della Giuria. Il film racconta la vita di un giudice a Teheran durante un periodo di turbolenze politiche. Rasoulof ha dovuto lasciare l’Iran a causa di condanne legate alla sua attività cinematografica.
Coralie Fargeat ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura con “The Substance”, un film di body horror con Demi Moore e Margaret Qualley. La storia segue un’attrice in declino che, dopo una terapia per ringiovanirsi, scopre che dalla sua schiena emerge un suo doppio.
Il portoghese Miguel Gomez ha vinto il premio per la miglior regia con “Grand Tour”, la storia di Edward (Gonçalo Waddington), un funzionario dell’Impero britannico che nel giorno del suo matrimonio decide di fuggire dalla sua promessa sposa Molly (Crista Alfaiate), che lo rincorre attraverso l’Europa. Snobbato, invece, “Megalopolis” di Francis Ford Coppola.