Michel Roccati non si è mai rassegnato. Da quel tragico 2017, anno in cui perde l’uso delle gambe, ha sempre sperato che un miracolo della scienza potesse aiutarlo.
Oggi ha 30 anni ed è tornato a camminare grazie a una terapia esclusiva: un elettrodo che gli ha permesso di ritrovare l’uso delle gambe. A creare la tecnologia che ha riportato attività nei suoi muscoli, l’equipe del Politecnico di Losanna, guidata da Grégoire Courtine che si è formato in Italia, a Pavia, laureandosi in Medicina Sperimentale.
Zero chance
La lesione del midollo spinale in pazienti giovani non lascia, in genere, tante speranze. Michel inizia un percorso di studi per trovare anche un barlume di speranza. Lo trova in un convegno dove conosce il professor Courtine. Gli racconta la sua storia, ma la lesione sembra troppo grave anche per il luminare.
Eppure, la determinazione di Michel, che nel frattempo continuava a fare il possibile per mantenere attiva la sua massa muscolare, convince il medico ad operarlo.
L’operazione non è delle più semplici: si chiama neuromodulazione del midollo spinale e consiste nell’impianto di elettrodi nella schiena dei pazienti.
In pratica, l’elettrodo comunica direttamente con un pacemaker che viene installato nell’addome del paziente che ha un telecomando dal quale può azionare il congegno che gli permette di attivare i muscoli delle gambe.
Prima di Michel ci sono stati altri tentativi falliti. Non tutti i pazienti riescono a superare le dure prove che la terapia comporta.
Expertise italiana
C’è tanta Italia in questo grande passo in avanti nelle terapie per lesioni midollari. Courtine collabora con Silvestro Micera, professore di bioingegneria dell’Università di Sant’Anna di Pisa. Loro, insieme alla neurochirurga Bloch, coordinano un progetto di ricerca all’interno del centro NeuroRestore del Politecnico.
Anche se questa tecnologia è ancora da perfezionare (il team è al lavoro per automatizzare alcuni processi e facilitare ancora di più la vita dei pazienti) permette oggi a Michel di muoversi. Con un duro allenamento, il ragazzo riesce anche a camminare per due ore, si allena, nuota e fa la cyclette. E anche a fare le scale, tra lo stupore dei suoi amici.
“In primavera riuscirò a fare un chilometro”, spiega in un’intervista su La Repubblica, evidenziando la sua volontà e determinazione di ferro.
“L’espressione che si disegna sul volto dei ragazzi quando tornano a camminare è qualcosa di indescrivibile”, spiega Micera.