La mozzarella di bufala e il kefir a colazione al posto del cornetto e del cappuccino? Si può, anzi qualche produttore vede già l’inizio di una tendenza, grazie alle nuove frontiere aperte delle nanotecnologie. In questo caso, prodotti con spirulina nell’alimentazione della bufala e probiotici.
Nel primo caso, è il progetto Iabupo, acronimo di Integratori alimentari da siero bufalino, portato avanti dall’azienda di Capaccio La Perla del Mediterraneo alla quale è stato assegnato anche il Premio Innovazione Smau 2022.
Obiettivo del progetto è la lavorazione delle fasi produttive di un semi-preparato in polvere contenente molecole bioattive ottenute dal siero di caseificazione della Mozzarella di bufala da impiegare come integratore alimentare funzionale nella dieta di pazienti affetti da patologie oncologiche.
Tale siero, infatti, è stato ampiamente dimostrato contenere alcune proteine ad attività immunomodulatrice e antitumorale, e una serie di peptidi bioattivi ad azione antimicrobica, immunomodulatrice, antiossidante, antiipertensiva, rimineralizzante e antitumorale, di notevole interesse per il trattamento alimentare dei suddetti pazienti, al fine di migliorarne la prognosi e diminuire la possibilità, in essi, di recidive e/o di patologie secondarie.
La Perla non si è fermata all’impiego della spirulina per alimentare le bufale. Innovativo è anche il Kefir di bufala rispetto a quello tradizionale a base di latte fermentato ottenuto da animali diversi, non bufalini. Anche il kefir, così come lo yogurt greco, contiene diversi tipi di batteri benefici per l’apparato digerente.
«Il prodotto contiene infatti circa 30 specie uniche di probiotici, batteri buoni noti per migliorare la salute dell’intestino e che possono aiutare i processi digestivi del corpo», afferma Pasquale Colangelo, titolare dell’azienda.
«Oltre a dare sollievo alla costipazione e ad aiutare i processi digestivi, abbassa i livelli di colesterolo ed è raccomandato per i trattamenti dell’ipertensione e delle allergie. Non solo. I batteri del kefir trasformano infatti il lattosio del latte di bufala in kefirani resistenti agli enzimi digestivi del tratto gastrointestinale umano, arrivando al colon dove sono fermentati dai batteri probiotici formando acidi grassi a corta catena che proteggono il colon dall’insorgenza del cancro».
Nata negli anni ’80 come Cooperativa per volontà di Pasquale e Davide Colangelo, La Perla del Mediterraneo non è nuova a progetti nutrizionali scientifici. Tra le prime a creare prodotti privi di lattosio e ad impiegare l’uso della spirulina nell’alimentazione della bufala, l’azienda utilizza solo latte proveniente dai propri allevamenti rigorosamente selezionati della Piana del Sele, e dispone di un attrezzato laboratorio scientifico coordinato da ricercatori universitari.
Obiettivo del caseificio è fare un’innovazione concreta, in particolare nell’ambito degli alimenti funzionali, grazie alle nuove frontiere aperte dalle nanotecnologie.