In un villaggio glaciale lungo l’Himalaya, al confine tra Bhutan e Tibet c’è la scuola più remota del mondo. Già perché per raggiungere Lunana, questo il nome del villaggio, deve essere affrontato un estenuante viaggio di 8 giorni molto lontano dalla strada più vicina e totalmente privo di strutture moderne lungo il percorso.
Mancano elettricità e connessioni di rete, e molti dei suoi abitanti non hanno mai visto il mondo al di fuori.
In questo luogo estremo è stata ambientata la storia “Lunana: Il villaggio alla fine del mondo” di Pawo Choyning Dorji candidato agli oscar 2022 come miglior film straniero prima volta in assoluto per un’opera del Buthan.
Al centro della storia c’è un giovane insegnante, Ugyen, che si sottrae ai suoi doveri mentre progetta di andare in Australia per diventare un cantante. Come rimprovero, i suoi superiori lo inviano nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana a 4.800 metri di quota, per completare il suo periodo di servizio.
Sebbene poveri, gli abitanti del villaggio porgono un caloroso benvenuto al loro nuovo insegnante, che deve affrontare il difficile compito di insegnare ai bambini del villaggio senza alcuno strumento didattico a disposizione.
Preso dallo sconforto, è sul punto di decidere di tornare a casa, ma poco a poco inizia a conoscere la felicità incondizionata degli abitanti del villaggio, dotati di una straordinaria forza spirituale in grado di contrastare le grandi avversità del luogo. Si ritroverà conquistato dall’adorazione che i bambini dimostreranno verso di lui, che lo vedono come una figura fondamentale per la costruzione del loro futuro.
Molti dei ruoli principali sono stati affidati proprio agli abitanti di questo villaggio. Il film sarà nelle sale italiane dal 31 marzo con Officine Ubu.