«Ho voluto fortemente questo ruolo, ho avuto una sensazione di fuoco leggendo il copione e al contempo la sensazione che questa parte fosse giusta per me in questo momento della mia vita». A 53 anni è arrivato il ruolo della vita per Hugh Jackman, nel film “The Son” di Florian Zeller, in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.
La storia ruota intorno a lui, padre in carriera con un bimbo appena nato da una nuova compagna (Vanessa Kirby), che deve fare i conti con un figlio adolescente tormentato (Zen McGrath) avuto dall’ex moglie Kate (Laura Dern). Cerca in tutti i modi di non perdere di vista nulla tra affetti e lavoro, aiutando il 17enne come avrebbe voluto che suo padre (Anthony Hopkins). Mentre però è intento a rimediare agli errori del passato, perde di vista il modo in cui tenersi stretto il figlio nel presente.
«L’amore non è sempre sufficiente per salvare qualcuno. Tutte i personaggi di questo film amano tantissimo ma si sentono incapaci, ma rendersene conto è importante perché è un cammino che porta alla vulnerabilità, alla possibilità di capire la posizione degli altri. Come genitori ci hanno sempre insegnato ad essere forti, indipendenti, in grado di affrontare qualsiasi cosa che riguardi i nostri film e invece io ho imparato a condividere le mie vulnerabilità con i miei ragazzi, di 17 e 22 anni», ha raccontato in conferenza l’attore australiano.
Jackman si sofferma anche sulla vulnerabilità del suo personaggio sottolineando come «gli uomini lo sono tanto quanto le donne. Ai ragazzi, però, si chiede di diventare uomini, mentre le ragazze diventano donne senza la pressione di non dover essere vulnerabili. Con questo film ho capito che non si deve provare vergogna nel chiedere aiuto, a volte l’amore dei genitori non basta. Un ruolo quello di Peter che ha cambiato il mio essere padre, non ho paura di mostrarmi vulnerabile ai miei figli».
Proprio questo in canale giusto per interpretare quel ruolo, l’essere padre nella vita reale, qualcosa che viene restituito a pieno allo spettatore che entra in empatia con le sue sofferenze, i suoi disagi, i suoi errori, si dispera e si commuove insieme a lui, il tutto amplificato dalla colonna sonora di Hans Zimmer.
«Sono rimasto molto toccato dall’umiltà e dall’onestà di Hugh: ci siamo incontrati su Zoom e dopo otto minuti gli ho offerto la parte perché ho avuto sensazione che avesse un collegamento molto forte con la storia, che volesse esplorare il ruolo in profondità. Da quel momento in poi è stata un’esperienza molto intensa», ha svelato il regista.
In Italia sarà prossimamente nelle sale con 01 distribution, intanto vi lasciamo con il trailer in lingua originale: