Possono le persone con disturbi visivi giocare a videogiochi e sfidare gli altri? La risposta risiede nel genio di una ragazza di 24 anni che si chiama Arianna Ortelli. Da lei è partita l’intuizione che ha dato vita a Novis, una startup che consente a chi ha deficit visivi di poter giocare online a ping pong, calcio come a basket. Se si può fare è grazie a una tecnologia davvero innovativa che prende il nome di Blind Console.
Suoni e vibrazioni che fanno bene alla salute
Blind Console va immaginata come una comune console dall’aspetto che si compone di un’app per cellulare, joystick e cuffie. L’utente può selezionare il suo gioco preferito e giocare, anche senza poter vedere lo schermo, grazie a suoni e vibrazioni che vengono trasmessi all’app e al joystick. Così gli utenti entrano in una realtà immersiva fatta di stimoli sonori e tattili che consente loro di giocare in piena autonomia, potendo lanciare anche sfide ai loro amici “normodotati”.
Blind Console riesce così a raggiungere un obiettivo virtuoso, facendo sentire le persone ipo e non vedenti incluse all’interno di un gioco e invitandole a uno stile di vita attivo.
Un mercato solo in Italia di oltre 250mila persone
Arianna e il suo socio, Dario Codispoti, hanno puntato su un mercato che solo in italia può contare su 253mila persone che soffrono di carenze visive e che hanno meno di 50 anni.
Anche grazie a questi numeri, oltre al valore sociale dell’idea, che la startup ha catturato l’interesse di diversi investitori, come l’acceleratore di Torino, Social Fare, che ha fatto un primo investimento nella startup di 50mila euro.
Soldi che hanno permesso ad Arianna e Dario di sviluppare un primo prototipo della tecnologia che è già stata venduta in 50 pezzi con dei primi test, in attesa del vero lancio nazionale che avverrà a marzo 2021.
In futuro, giochi di avventura e l’incontro con il 3D
Nel frattempo, il team è impegnato sul rilascio di altri giochi, dal ping pong, già disponibile, saranno sviluppati giochi di squadra come il basket o più strategici come il coach di una squadra di calcio o ancora di avventura, aprendo al mondo dell’Arcade. Mentre il team è allo studio di soluzioni per introdurre suoni 3D a 360°.
«Io sono una sportiva: gioco a calcio da quando avevo 11 anni ed avevo il desiderio di fare business con lo sport facendo leva sul suo principio base: l’aggregazione», così Arianna ha spiegato Arianna alla stampa le origini e la mission del progetto.