Quando sei a casa e hai maledettamente voglia di pasta, gli Spaghetti alla Puttanesca hanno sempre fatto la loro porca figura. No, non per quel che pensi tu, ma perché sono un piatto semplice e che piace davvero a tutti. E allora ti chiederai, perché questo nome?
Tipico piatto della cucina napoletana, detto anche semplicemente “aulive e chiapparielle” (olive e capperi) sono preparati con un sugo di pomodoro, olio evo, aglio, olive nere di Gaeta, capperi e origano. La variante laziale vede aggiunte anche le acciughe sotto sale.
Puttanesca allora perché?
Su molti manuali si legge che il termine è legato a molte leggende. La più “romantica” è raccontata da Arthur Schwartz nel suo libro “Naples at table”. Schwartz infatti sostiene che la pasta sia nata nei Quartieri Spagnoli a Napoli in una casa di appuntamenti per rimettere in forza gli ospiti. I “fashion victim” dell’epoca invece sostengono che il nome sia stato dato solo per celebrare la vistosità dell’abbigliamento intimo delle donne dei bordelli: rosso come il pomodoro, viola come le olive, verde come il prezzemolo e i capperi.
La leggenda però che ha una marcia in più è legata a Sandro Petti, inventore del sugo negli anni ’50. Nel suo locale notturno ad Ischia, una sera si ritrovò con una comitiva da sfamare. Immagina adesso la fame che potevano avere di notte, dopo una serata ischitana, una comitiva frizzante di giovani. Ed ecco il lampo di genio. Gli ospiti esclamarono al Petti: “Facci una puttanata qualunque!”. Et voilà! La Puttanesca è servita!
Nella Guida Gastronomica d’Italia del Touring Club del 1931 la ricetta viene chiamata “Maccheroni alla marinara”. Impossibile mettere i maccheroni su questo tipo di sugo, ma dai! Se la nonna lo sapesse non so quali potrebbero essere le conseguenze ma sta di fatto che gli SPAGHETTI ALLA PUTTANESCA sono sempre stati un piatto svuota frigo, un piatto semplice veloce e buonissimo.
Chiamatelo come volete, tanto il sapore non cambia e se qualcuno ce lo offre di certo non ci offendiamo!