Quando si parla di arte si pensa sempre a qualcosa di tangibile e materiale, come un quadro, una statua, o un affresco, ma con l’avvento delle nuove tecnologie, anche il mondo dell’arte si è rinnovato e trasformato. Esempio concreto di questo nuovo tipo di arte è Everyday: the first 5000 days, un’opera d’arte digitale nata da un’idea di Mike Winkelmann conosciuto come Beeple: un collage di 21.069 x 21.069 pixel formato da 5000 foto che l’artista ha pubblicato online ogni giorno per tredici anni e mezzo, dal 2007.
L’opera d’arte è Non-Fungible Token (certificata in quanto autentica e unica, ma esistente solo in formato digitale) e, oltre ad essere la più costosa opera NFT indipendente ad essere venduta da una casa d’aste, è la terza opera più costosa di un artista vivente venduta: la cifra record è di 69,3 milioni di dollari (è anche superiore ai più famosi Raffaello e Tiziano).
Tutto ciò è stato possibile grazie alla tecnologia blockchain, attraverso un token non fungibile (NFT appunto), cioè un “gettone digitale” che dimostra inequivocabilmente che il possessore di questo gettone è anche la persona che possiede l’opera digitale ad esso collegata. L’acronimo NFT indica un bene non fungibile, dotato di una individualità specifica, non passibile di sostituzione e di scambio, e, come tale, unico. In questo modo si trasforma il lavoro virtuale dell’autore in qualcosa di unico e irripetibile. Sebbene l’oggetto digitale possa essere copiato o scaricato da chiunque, la tecnologia blockchain consente ad una sola persona di ricevere una designazione unica come proprietario: chiunque può acquistare un poster di Monet, ma solo una persona può avere l’originale.
L’evento ha suscitato molto clamore per due motivi: il fatto che si tratti di un’opera interamente digitale e che sia strettamente collegata a una tecnologia sempre più diffusa, la blockchain (praticamente la stessa alla base dei Bitcoin). Se le opere d’arte digitali non sono più una novità, di certo lo è la tecnologia blockchain utilizzata. L’arte puramente digitale esiste e le tradizionali regole potranno essere scardinate con scenari e aperture verso un mercato più trasparente e vario.
Infatti, con l’opera digitale di Beeple si afferma definitivamente il mercato dei NFT e della Cryptoart. Il mondo dell’arte riesce sempre a cogliere le novità in un contesto stravolto dall’isolamento e dalle restrizioni. Inoltre, la vendita di questo tipo di arte digitale risulterà particolarmente utile alle case d’asta perché permetterà loro di evitare costi di stoccaggio e d’assicurazione.
Non sono ovviamente mancate le critiche dei sostenitori dell’arte “classica”, ma Beeple ha subito risposto: “Gli artisti hanno usato hardware e software per creare opere d’arte e distribuirle su Internet negli ultimi 20 anni, ma non c’è mai stato un modo reale per possederle e collezionarle. Con gli NFT questo è cambiato, stiamo assistendo all’inizio del prossimo capitolo della storia dell’arte”.