Eleonora Riso, vincitrice di Masterchef 13 accoglie i giornalisti durante la conferenza stampa organizzata da Sky, con un sorriso emozionato e tanta incredulità. Ha dedicato la vittoria ai disagiati «a chi si sente come me, a chi non riesce mai a darsi soddisfazione, che vive con la sindrome dell’impostore e pensa di non farcela”.
Con la vittoria Eleonora si è aggiudicata un premio in denaro di 100mila euro: «Saranno una base per il mio progetto: andare a vivere in campagna, e utilizzare quello spazio per coltivare, per vivere insieme agli animali, accogliere persone e cucinare per loro. Nel mio futuro c’è la cucina, ma anche tutto quello che c’è intorno».
Oltre al denaro, pubblicherà il suo libro di ricette edito da Baldini+Castoldi dal titolo “Laboratorio di Sapori” e potrà frequentare un corso di alta formazione presso Alma – La scuola internazionale di cucina italiana.
Adesso, dopo la vittoria di Masterchef, qualcosa è cambiato: «So di essere brava. Ho vissuto quest’esperienza come una montagna russa sotto tutti i punti di vista. Non c’è stato un secondo uguale all’altro. Un picco di emozioni continuo. Un elettrocardiogramma come ha detto Locatelli (ride ndr), o un delirio, come direi io».
Il momento della svolta, della consapevolezza, o mezza consapevolezza, come le piace definirlo, c’è stato: «Durante la mistery box con chef Caminada, in quella sfida mi sono detta ‘devo vincerla’ e lì avendola vinta ho pensato, sai cosa, forse, forse…».
Eleonora è riuscita a vincere anche contro le sue insicurezze, conquistando il pubblico puntata dopo puntata, lo stesso pubblico che all’inizio dello show non si è risparmiato, offendendo senza pietà sui social, offese che però non l’hanno scalfita: «In tutta onestà ho preso bene i commenti negativi, mi hanno fatto sorridere e mi sono scivolati addosso. In caso contrario non è carino in generale verso nessuno dire determinate cose».
Prima di quest’esperienza faceva la cameriera e ci tiene a sottolineare l’importanza di questa figura: «I camerieri vivono un momento di crisi, perché sta scomparendo secondo me l’idea che fare il cameriere sia un mestiere, altrettanto importante come quello del cuoco. Ho imparato che il modo in cui accogli una persona fa la differenza, ma non è ovvio per tutto. Un mestiere umile che dà tanta soddisfazione a livello emotivo».
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