Eva Kant, l’ispettore Ginko e la signora Morel stanno tornando: dal 16 dicembre al cinema con “Diabolik” dei Manetti Bros (01 Distribution, in collaborazione con Vertgio e Ribelli Digitali), e per lanciare il film, i produttori hanno creato due filtri social: uno con le sembianze del Re del Terrore, l’atro con le ambientazioni della pellicola. Gli effetti sono gratuiti e si possono scaricare qui da smartphone o dall’account ufficiale del film @diabolikfilm.
Il secondo adattamento cinematografico della saga a fumetti firmata dalle sorelle Giussani – il primo risale al 1968 ad opera di Mario Bava, ma non venne molto apprezzato in Italia, diventanto un cult soltanto all’estero – ripercorrerà la storia del temibile ladro e della sua bella bionda, partendo dal momento in cui i due si sono incontrati a Clerville negli anni ’60 fino al racconto di alcuni dei più famosi colpi del duo, con le incursioni dell’ispettore Ginko che cerca di fermarli, con scarso successo.
A prestare il volto a Diabolik è Luca Marinelli, a vestire i panni dell’affascinante Eva Kant, invece, è Miriam Leone, mentre le sembianze dell’ispettore sono quelle di Valerio Mastandrea, ma nel cast ci sono anche Alessandro Roia, Serena Rossi, Roberto Citran, Luca Di Giovanni, Antonino Iuorio, Vanessa Scalera, Daniela Piperno, Pier Giorgio Bellocchio e Claudia Gerini.
Mentre l’attesa dell’esordio in sala continua, la città di Torino, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, proietta le immagini del videomapping dedicato al film sulla cupola Mole Antonelliana, realizzate da Rai Cinema e 01Distribution, e lancia, in concomitanza con l’uscita della pellicola, la mostra evento “Diabolik alla Mole”.
A Torino, in effetti, l’attesa è particolarmente forte, perché è stato un delitto irrisolto nel 1958 nella città che ha ispirato le sorelle Giussani nella creazione del loro ladro in nero. È nel febbraio di quell’anno, infatti, che il corpo senza vita di un uomo ucciso con diciotto coltellate è stato ritrovato dalla polizia, condotta alla scena del crimine dallo stesso assassino: da giorni il killer mandava in caserma lettere che contenevano enigmi e giochi di parole, firmandosi “Diabolich”, traendo ispirazione, probabilmente, dal romanzo “Diabolic: uccidevano di notte” di Italo Fasan pubblicato nel ‘57 da Boselli. Insomma, la genesi del Re delle Tenebre ha anche uno sfondo di verità, non resta che vedere l’interpretazione di Marinelli.