“Laggiù qualcuno mi ama”, film su Massimo Troisi diretto da Mario Martone, si è aggiudicato il premio come miglior documentario su David di Donatello 2024. Visibilmente commosso, Martone ha ritirato la statuetta durante la serata di premiazione allo Studio 5 di Cinecittà, in diretta su Rai1 condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi.
«Oggi era una giornata uggiosa a Roma, ma quando siamo usciti di casa con Ippolita (Di Majo, ndr), c’era un arcobaleno. Ho pensato a Massimo, che lassù sta giocando con noi. Evidentemente in tanti quaggiù lo amano. È per il film che avremmo fatto insieme e che adesso comunque abbiamo fatto insieme grazie al cinema».
Martone ha poi ringraziato l’Accademia presieduta da Piera Detassis per avergli assegnato il riconoscimento oltre ad Anna Pavignano «che ha portato nel film qualcosa di prezioso, testimonianze che sono state decisive, e tutta la squadra straordinaria che ha lavorato a questo film». Congedandosi con un «Viva il cinema, viva Massimo Troisi».
Presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino 2023, e poi nelle sale italiane nel febbraio del 2023 con Medusa Film, oggi è disponibile sulle piattaforme digitali.
«Massimo è un riferimento. Ringrazio Paolo Sorrentino, Paolo Piccolo e tutte le persone che nel documentario mi hanno parlato di lui dimostrandomi quanta influenza ha avuto sugli artisti e quanta sulle generazioni successive e che credo continuerà ad avere».
Mario Martone oltre 30 anni fa, precisamente nel 1993, vinse la sua prima statuetta come Miglior regista esordiente per il suo film d’esordio “Morte di un matematico napoletano”. Prima del David ottenuto ieri sera, lo vinse anche nel 1995 come miglior regista per “L’amore molesto” e nel 2011 come miglior sceneggiatura per “Noi credevamo”.
Nella cinquina della 69esima edizione insieme a “Laggiù qualcuno mi ama” c’erano “Enzo Jannacci Vengo anch’io” di Giorgio Verdelli, “Io noi e Gaber” di Riccardo Milani, “Mur” di Kasia Smutniak e “Roma, santa e dannata” di Daniele Ciprì.