«Quando ero al college vidi “Nuovo Cinema Paradiso”, indimenticabile. Credo che nella cultura italiana il cinema abbia una gran parte, al confronto la tv è un mobilio! Spero di girare presto un film in Europa o tornare su uno dei bellissimi set nel vostro paese».
L’attore premio oscar Brendan Fraser si è raccontato all’Ischia Global Festival, diretto e prodotto da Pascal Vicedomini, incontrando una platea di studenti per la masterclass internazionale di Bernard Hiller. Vincitore della statuetta come miglior protagonista 2023 per “The Whale” di Darren Aronofsky, ha ricevuto in questi giorni il riconoscimento del festival dalle mani del chairman Jim Sheridan.
A ottobre in sala lo vedremo nell’attesissimo “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese al fianco di Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. «Sembrava di veder lavorare un maestro del Rinascimento, attorniato dalla sua bottega. Alle volte ancora mi chiedo se è tutto vero, se ho lavorato davvero con lui. Il mio ruolo è quello di un avvocato, la storia è stupenda, vi consiglio il romanzo».
Argomento al centro del festival è l’uso dell’intelligenza artificiale nel cinema. «Di A.I. si parla da più di 20 anni, ad esempio già da tempo si fa una sorta di Tac agli attori per raccogliere i loro dati e creare costumi e trucco. Senza il 3d il mio ultimo personaggio non sarebbe stato realizzato. Certo occorrono dei paletti, dei limiti alla tecnologia il cui peso nel cinema è decuplicato negli ultimi 30 anni. Ma ricordate quando i cellulari erano considerati diabolici?».
Proprio su questo tema gli attori americani hanno iniziato uno sciopero, cosa che non accadeva da 60 anni, che segue quello degli sceneggiatori iniziato due mesi fa. «È tempo di cambiare. Di fare qualcosa per trasformare il nostro mondo, dare più sicurezze, condividere. Noi attori siamo fianco a fianco con gli sceneggiatori. Nessuno sa cosa accadrà nelle prossime ore, incrocio le dita dietro la schiena. Ma sono certo che da questa agitazione verrà fuori qualcosa di positivo».
E per il futuro? «Non ho progetti immediati. Con gli anni sono diventato forse sempre più selettivo, l’Oscar certo mi dà più responsabilità anche nelle scelte. Nel passato so di aver fatto film che hanno divertito tutta famiglia (il riferimento è alla serie La Mummia, ndr) e da padre di tre figli ne sono felice perchè conosco l’importanza di un pomeriggio trascorso davanti allo schermo tutti insieme».