Cereale con la più alta produzione mondiale e in assoluto più consumato, il riso non è solo da sfamare ma è sempre più adoperato in bioedilizia per costruire una casa. Semplicemente dai suoi scarti.
L’idea è dell’architetto Tiziana Monterisi, Ceo di RiceHouse, startup di Biella che appena qualche anno fa si è aggiudicata il Premio Speciale Repower per l’Innovazione, nell’ambito del Premio Gaetano Marzotto 2019, grazie appunto a tutto ciò che, in collaborazione con Alessio Colombo, con la passione in ricerca innovativa, è riuscita a realizzare, partendo proprio da un prodotto che si trova ogni giorno sulle tavole degli italiani, una casa antisismica, fatta con materiali che impattano poco sull’ambiente e, soprattutto, sulla salute delle persone.
Monterisi da sempre si occupa di architettura naturale, una materia che ha approfondito a Biella, famosa per le sue risaie, dove si era trasferita ed assistito ad ogni settembre al fuoco della paglia nei campi. Un’operazione che comportava tuttavia l’emissione di Co2 nell’aria. Da qui l’idea di utilizzare la paglia nella creazione dei materiali edili.
Ma non solo, l’utilizzo di scarti, visto che ogni ettaro di risaia produceva sette ettari di riso e dieci tonnellate di scarti, avrebbe risolto di gran lunga anche il problema dello smaltimento dei residui in campo e del consumo di suolo, incentivando le condizioni di sostenibilità delle produzioni agro-alimentari tradizionali.
La startup ha già realizzato più di venti costruzioni, tra cui anche una scuola dell’infanzia post terremoto vicino Camerino. Per adesso, è il Nord all’avanguardia: case di questo tipo si trovano in Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte, Lombardia e Umbria.
I vantaggi per l’economia circolare
Nello specifico, la casa fatta di riso è interamente costruita in pannelli in legno e paglia di riso posando i materiali in modo classico, insieme ad altri leganti naturali a base di argilla o magnesite e proteine di soia, ottenendo un aspetto estetico gradevole alla vista.
Il risultato è una casa antisismica, in quanto la paglia non ha problemi di rotture strutturali e mantiene al suo interno una temperatura costante con notevole risparmio energetico e zero emissioni. Il costo non è inoltre alto, ma uguale a quello di qualsiasi materiale standard. Può costare un 5-10 per cento in più sul prodotto finale, che viene però ammortizzato nel lungo termine sui costi di gestione dell’abitazione.
La spinta innovativa del progetto RiceHouse, i cui materiali al momento sono utilizzati in un centinaio di cantieri, ha attirato diversi fondi di investimento tra cui Boost Heroes (Gruppo B Holding), un gruppo d’investitori privati tra cui l’imprenditore francese Jean Sebastien Decaux, ma innanzitutto l’azienda Riso Gallo, entrata nell’azionariato della società. Con l’idea che i rifiuti del suo riso invece di essere un costo per lo smaltimento possano diventare una risorsa per la bioedilizia.