Un ecosistema del quale si ignorava totalmente l’esistenza. Un mondo pieno di vita. E’ stata questa l’incredibile scoperta compiuta da un gruppo di scienziati intenti ad effettuare tutt’altro studio.
Siamo in Antartide, ad alcune centinaia di metri di distanza dalla Ross Ice Shelf, la più grande piattaforma di ghiaccio antartica. Un gruppo di scienziati neozelandesi sta compiendo uno studio sui cambiamenti climatici e sul conseguente impatto sui ghiacciai. Calata l’attrezzatura in un foro sotto una piattaforma, a 500 metri sotto il ghiaccio, il gruppo di studiosi trova qualcosa che intralcia i rilievi.
Inizialmente si pensa che i problemi insorti siano di tipo tecnico. Solo in un secondo momento, gli studiosi si accorgono che a causare problemi è un banco di piccoli anfipodi simili ai gamberetti della lunghezza di circa 5 millimetri. L’attrezzatura calata sotto il ghiaccio ne è letteralmente circondata. Sono tanti e vivaci.
Antartide, una scoperta a dire poco scioccante!
Un vivace ecosistema del tutto sconosciuto. Una scoperta che comporta un ampliamento degli studi finora condotti. L’unica cosa di cui erano certi gli scienziati, prima della scoperta, era che sotto quel ghiacciaio ci fosse dell’acqua dolce. Una rete di fiumi e laghi dai quali ora sono stati prelevati alcuni campioni d’acqua al fine condurre indagini di laboratorio più approfondite.
Secondo gli studiosi quelli avvistati sarebbero solo una parte di un ecosistema molto più vasto ed importante. Per farlo occorrerà scoprire innanzitutto di cosa si nutrono i piccoli anfipodi.
Gli studi sui cambiamenti climatici e sulle conseguenze prodotte in zone come Artide ed Antartide
Dopo la straordinaria scoperta compiuta dagli studiosi neozelandesi, oltre ad indagare sulle devastanti conseguenze che i cambiamenti climatici stanno producendo in zone come l’Antartide e l’Artide e sulle continue minacce di estinzione che alcune specie come i pinguini imperatore e l’orso polare (il cui rischio di estinzione potrebbe concretizzarsi entro il 2100) stanno subendo a causa delle emissioni di gas serra, gli studi e le ricerche condotte sono state ampliate anche sul pulsante ecosistema di cui finora se ne ignorava l’esistenza.
Per questo motivo gli strumenti di rilevazione sono stati lasciati sul posto. Raccoglieranno preziose informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua e sui suoi flussi.
Ciò ci permetterà di conoscere e descrivere meglio l’ambiente. Una maggiore conoscenza dell’ambiente e dei suoi ecosistemi significherà avere maggiori possibilità di prevedere e quindi di prevenire catastrofiche conseguenze prima che sia troppo tardi.