Una volta c’erano i “vespasiani”. Ve ne erano in tutt’Italia belli, profumati e gratuiti. I più giovani non li hanno mai visti o ne hanno solo sentito parlare, grazie ad un film degli anni ’60 di Camillo Mastrocinque con Totò e Nino Taranto nelle vesti di due truffatori intenti a posizionare un vespasiano all’esterno di un ristorante per spillare soldi al padrone.
Pare che questi bagni pubblici prendessero il nome dall’imperatore Vespasiano che li introdusse per mettere nuove tasse, questa volta sull’urina dei romani, ritenuta preziosa per le lavanderia dell’epoca.
Anche Napoli non si sottraeva alla moda dei vespasiani agli inizi del Novecento: queste strutture pubbliche si potavano trovare nei luoghi più frequentati: a piazza Trieste e Trento, in Villa comunale ed in altre strade della città.
Poi venne la loro fine e furono mandati in soffitta: chi aveva un bisogno fisiologico non poteva fare altrimenti che appartarsi per svuotare sui muri la vescica, pur sapendo che avrebbe rischiato una sanzione pecuniaria tutt’altro che lieve.
Oggi che i bagni pubblici non ci sono più, l’alternativa è infilarsi in un bar per consumare almeno una bibita o un caffè e chiedere della toilette. Ma quanto volte la porta dei servizi igienici è sbarrata con un “chiuso perché non funziona”. Oppure prima di accedervi c’è un addetto che chiede un compenso a piacere.
Forse avranno pensato questo due artigiani napoletani, padre e figlio che, notando l’aumento di visitatori a Napoli e la maggiore richiesta di uno svuotavescica, hanno realizzato un bagno pubblico al centro storico di Napoli, quello maggiormente frequentato dai turisti, e non solo. Ecco che i due, Vincenzo e Mario Pesce, per fare business si sono inventati ai Tribunali il primo wc shop, un locale dotato di tutti i comfort, non un semplice bagno pubblico.
L’accesso al wc shop, climatizzato e ben rifinito con sottofondo musicale, è regolato da un varco elettrico di ultima generazione che al costo di 1 euro con scontrino fiscale collegato all’Agenzia delle Entrate dà l’accesso a cinque wc, due per gli uomini e tre per le donne, filtrati da antibagni con lavabi e rubinetterie dedicate ed accessoristica per l’acquisto di prodotti specifici.
“Ogni dettaglio è curato con amore”, recita la scritta sulla porta d’ingresso del locale. È così che l’iniziativa imprenditoriale è stata postata su Facebook dal consigliere comunale Luigi Carbone, invitato all’inaugurazione: “Non mi era mai capitato di ricevere l’invito all’inaugurazione di un bagno, eppure sono andato con piacere e curiosità a vedere il primo wc shop aperto a Napoli, nato dall’idea di Vincenzo Pesce e suo figlio Mario, amici in comune del grande consigliere Fulvio Frezza. Napoletani e turisti, se vi scappa…a via Atri 32, angolo Gino Sorbillo”.
E Mario già pensa ad aprirne altri.